16 ottobre 2009

12. ABC


“Scuolla, pistolla e casseruolla si scrive con una elle solla!”. Musica per le mie orecchie, ero infatuato da questa sequenza di parole in cui si prendeva in giro un mediocre maestro d’italiano. “Non si dice la boccia, si dice la palla…corri vai e boddila! (prendila)”. Andavo volentieri a scuola, ma giungevo sempre in ritardo, sicuramente per mia colpa. Ho sempre avuto tutto il tempo che mi serviva ma ero un tiratardi. Da bambino, siccome i miei genitori avevano un emporio, andavo di buon mattino a prendere il pane da rivendere. Mia madre riforniva il negozio, dai due forni di panificazione che c’erano a Perdas. C’era il forno di Maria Carta e quello di Cannas. Andavo volentieri da Cannas perché c’era Ettore. Mi piaceva sentire il profumo del pane che faceva durante la notte e ancor più sentirlo parlare. Ho sempre trovato interessanti i suoi ragionamenti, mi rispondeva sempre in modo acuto e sebbene fossi un ragazzino, discuteva con me seriamente. Mi sentivo considerato, mai preso in giro al contrario di ciò che talvolta fanno gli adulti verso i giovani. Sapendo che lavorava duro, mi stupivo per la sua freschezza dopo una notte a panificare. Abitudine? Così al mattino prendevo pane e “ragionamenti” su tutto. Il pane da pagare e il resto gratis. Mi piacevano anche le riviste che leggeva, una ricordo si chiamava “ABC”, sembrava trattare di cose frivole per via di certe donnine nude invece era molto seria. Per qualche periodo avevo frequentato l’oratorio, che guarda caso era dirimpettaio al forno di Ettore. In via Mazzini a Perdasdefogu, mi pareva impossibile che bastassero pochi metri per entrare in un mondo di suggestioni molto diverse. Anche il nome di quella strada quasi tutta in salita pareva indicarmi un certo modo di affrontare la mia vita futura. Non sempre ho scelto di fare le cose più comode, spesso ho preferito realizzare a torto o a ragione gli obiettivi in cui mi identifico. Molti miei compaesani sanno bene di cosa parlo. Credo che molti miei modi di pensare e di agire siano stati condizionati da ciò che appresi da Ettore. Non so se mai glielo detto, ma sarebbe stato un valido insegnante in molte discipline della vita. Anche questa è “scuola”.

3 commenti:

  1. mi piace mi hai ricordato situazioni passate da ormai quarant'anni.Mi chiamo Atzori Marcello ,sono uno dei tanti bambini figli di militari che hanno lasciato parte del loro cuore a Perdas .Ho abitato in affitto in una casa di Mura Anita .Mi ricordo di tua mamma e di tuo padre...ho giocato con danilo.Ora abito a Sinnai.marcello.atzori61@tiscali.it

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  2. Ciao Marcello, mi pare di ricordarmi di te, tuo papa Pino era dell'AM? Se non sbaglio avevi una sorella più piccola (Antonella o Donatella). Ben sentito. Walter

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  3. “Scuolla, pistolla e casseruolla si scrive con una elle solla!” Leggendo queste parole mi si stringe il cuore perche le sento nella bocca di mio padre oramai scomparso. E con molta nostalgia che ripenso à la mia infanzia passata à Perdas che o lasciato nel 66. Benche siano passati quasi 46 anni non dimentichero mai quei dieci anni d'incuranza.
    Tiziano (Ginevra)

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