16 ottobre 2009

13. Come capita


Un maresciallo un giorno mi chiese scherzando se a Foghesu c’erano più salite o più discese. Per me a Foghesu c’erano solo discese, fortunatamente le mie salite non erano ancora state inventate. Alle elementari, ho conosciuto la refezione scolastica, una cosa che ancora oggi mi fa sentire grato al popolo statunitense. Era presente in molte scuole del dopoguerra grazie al Piano Marshall. Non era la mensa che conosciamo adesso nelle scuole materne, tutta ben predisposta e a norma di legge. Era una mensa alla buona che però ti aiutava a ricevere vitamine, proteine e benessere per farci crescere meglio in quegli anni sessanta. Non sempre potevo mangiare a quella refezione, ma quando potevo lo consideravo un grande regalo. Ho nostalgia di quel latte condensato e di quella cioccolata leggermente amarognola. Ci portavano spesso a fare la passeggiata, ci piaceva andare a Santa Barbara o in pineta e facevamo a gara a regalare al maestro la bacchetta più lunga e flessibile che riuscivamo a trovare. Talvolta sperimentavamo noi stessi gli effetti masochistici di quelle bacchette, ma la cosa pareva sempre riguardare gli altri e mai noi stessi. Ho imparato a conoscere le varie specie vegetali spontanee di Perdas, i nomi sardi e quelli in italiano. Con mio stupore ho scoperto che adesso molti giovani studenti e non, non le conoscono. Adesso conoscono la sequoia gigante americana ma non distinguono il corbezzolo dal lentisco. In una di quelle gite avevo adocchiato la possibilità di fare piccole esplorazioni in alcune cavità del terreno. Era una cosa molto pericolosa, ma come tutto proprio per questo mi pareva attraente e molto interessante. Ero di corporatura fisica minuta, per cu riuscivo a calarmi agevolmente anche nelle cavità più anguste. Il mal di grotta mi aveva colpito in tenera età. Le mie esplorazioni erano al limite dell’incoscienza, fatte con candele, torce autocostruite, lampade elettriche arrangiate alla buona. Dei compagni di esplorazione ricordo poco, non era esattamente una attività molto praticata dai miei amichetti. Per me invece, li sotto c’era letteralmente un altro mondo da esplorare e conoscere. Questa passione fu determinante in seguito quando da adulto ho dedicato molti anni a praticare la speleologia nell’ambito del Gruppo Grotte Novara e successivamente in Sardegna, contribuendo alla costituzione del Gruppo Grotte Ogliastra, favorendo per quanto possibile la pratica speleo a Perdasdefogu. Di quella “Scuola” mi è rimasta sempre dentro la voglia di fare le cose in pratica. Non ho mai esitato a rinunciare a provare in prima persona se gli insegnamenti ricevuti trovassero applicazione nella vita quotidiana. Adesso anche per me ci sono molte salite. Bella scoperta!

1 commento:

  1. Ci sono più discese e le ragazze sono meravigliose

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