15 ottobre 2009

23. Il matrimonio


In un paese di nome Ballao, non distante da Perdas, si celebrava il matrimonio di un nostro parente da parte di mia nonna materna. Per cui la mia famiglia, allora composta da cinque persone, vi partecipò. Tre cose mi sono rimaste impresse di quella circostanza. La prima riguarda un uomo che stava affilando coltelli in un cortile vicino alla casa in cui si sarebbe tenuto il pranzo nuziale. Prendeva i coltellacci con delicatezza ritoccava il filo su una mola azionata a pedale. Mi piaceva seguire il procedere del lavoro, anche perché dopo ogni affilatura provando la lama con un dito sentenziava “ mancu sa limba de Orrosa”, neanche la lingua di Rosa…la moglie! Poi si rivolse a noi bambini dicendoci “oggi godetevi la festa ma ricordatevi sempre che il matrimonio è la Divina Commedia al contrario”. Di tutto questo suo dire non me ne fregava un fico secco. Però devo riconoscere che aveva una certa ragione, l’ho capita quando molti anni dopo, in veste di Sindaco ho celebrato molti matrimoni. Purtroppo per molte persone il matrimonio è come la Divina Commedia al contrario… prima c’è un breve paradiso, poi un lungo purgatorio e per concludere un inferno senza fine. Da piccoli, mia madre aveva il vezzo comune a tante mamme di vestirci in modo simile, forse per non scontentarci. In una occasione, a Cagliari, ci aveva comprato due maglioncini veramente graziosi, sul mio c’erano ricamati i nomi delle squadre di calcio mentre su quello di mio fratello Carlo c’erano i nomi dei calciatori. Mi ricordo anche che probabilmente sono stato il primo bambino di Perdas ad indossare i blue jeans. A quel tempo erano cosa rara e assai inconsueta. Con quella tenuta andammo a Ballao. Fummo ben presto oggetto delle attenzioni da parte di altri ragazzini, che per provocazione ci venivano intorno è con aria di sfottò ci tiravano il maglioncino con la scusa di leggere le scritte. Durò poco il tutto, ennesima zuffa, io e mio fratello contro il mondo intero. Ne demmo tante e ne ricevemmo altrettante, ancora oggi i conti non quadrano, ma allora era normale fare a botte. Infine, mi ricordo che per la prima volta ad un matrimonio, non mi ero sentito soddisfatto e ben rimpinzato delle cose che mangiavo. Ancora adesso non rammento se fosse una questione di scarsa quantità oppure di scarsa qualità, il che è assai strano, ai matrimoni c’erano sempre leccornie di ogni genere. Lo ricordo bene anche perché la sera rientrati a casa, feci fuori da solo una ventina di nutelline in vaschetta e due pacchetti interi di gallettine saiwa…avevo fame, molta fame! Il giorno dopo niente scuola, un gran mal di pancia e diarrea fulminante.

Nessun commento:

Posta un commento