16 ottobre 2009

2. Pruriti estivi


Era da un po’ di tempo che si andava a fare il bagno d’estate nei piccoli laghetti dei fiumiciattoli che circondavano Perdasdefogu. Un giorno Franciscu ci riferì che un gruppetto di ragazze, figlie di militari, si andavano ad appartare presso un piccolo laghetto della zona di “Luesu”. Il fare circospetto delle signorine nel recarsi al laghetto, ci fece subito capire che la loro era una uscita non autorizzata dai genitori… erano altri tempi! Loro come noi facevano il bagno di nascosto incuranti dei pericoli che puntualmente ci venivano ricordati “non sai nuotare…è morto annegato… quando sarai più grande…”. La nostra piccola banda era composta da ragazzini tutti nati tra gli anni cinquanta e cinquantacinque che avevano tanto tempo libero estivo da trascorrere rincorrendo conigli selvatici o discutendo di quello che ci piaceva di più, giocatori di calcio e Donne. Con la D maiuscola. Tutti eravamo incuriositi dalle Donne, ma non avevamo bene in testa come erano e perché erano fatte in quel modo che tanto ci interessava. Subito scattò la molla, forse di nascosto avremmo avuto qualche risposta. Così, con spostamenti eseguiti con destrezza, facili per noi cresciuti leggendo le storie a fumetti di Tex Willer, un pomeriggio afoso ci trovammo ad osservare a circa cento metri e di nascosto gli oggetti del nostro interesse. Non avevamo mai visto una ragazza nuda, ora ne vedevamo di colpo cinque di età più o meno come la nostra. Erano belle, veramente belle! Quella volta andò bene e mantenendo una certa distanza, le ragazze non si accorsero di noi, tutto andò liscio come l’olio. Le ragazze dopo circa due ore trascorse a giocare e scherzare tra loro nell’acqua cristallina, inconsapevoli di essere spiate, rivestitesi, rientrarono in paese. La mia banda si elettrizzo a quella esperienza, ne seguirono discussioni e commenti spesso volgari, ma cosa importante eravamo orgogliosi per quello che vedemmo e provammo anche se non si poteva raccontare in giro niente a nessuno per vantarsene come di solita abitudine. La banda era sempre in tiro. Il nostro capo Fisietto, organizzò dei turni di vigilanza sui movimenti delle ragazze, le spiavamo ma vederle vestite sia pure in modo leggero ed estivo non ci portava bene. Quando ci si incontrava a “Funtanedda” sede del nostro fortino si litigava, per i commenti che venivano fatti alle ragazze che ci piacevano di più, eravamo innamorati ed ingriffati allo stesso tempo. Se le ragazze non andavano più al bagno di nascosto significava che erano a conoscenza di essere state seguite, oppure qualcuno della banda aveva spiattellato la notizia in giro e questo ci aveva nuociuto. Per circa una settimana sembrava che tutto fosse finito e irripetibile. Litigi e qualche piccola cazzottatura poi calma piatta. Agosto, notte di San Lorenzo, “Is Argiolas” ora Piazza Europa. C’erano novità: Renzinu venne a sapere da sua sorella che una sua amica il giorno seguente sarebbe andata a “Luesu” per una piccola passeggiata con alcune compagne di scuola. Scattò per la banda l’operazione “Pibissiu” cioè cavalletta. La banda si radunò vicino al vecchio campo santo nei pressi dell’attuale Istituto Professionale e come al solito senza dare nell’occhio seguì a debita distanza le “nostre” ragazze. Tutto come da copione, andammo al solito laghetto, le ragazze si misero nude e rapidamente sguazzarono nell’acqua ghiacciolina mentre noi stavamo appostati a guardare quel ben di Dio tanto vicino ma altrettanto lontano. Non è chiaro come avvenne ma ad un certo punto le ragazze si accorsero della nostra presenza, vi furono urla spaventate di sorpresa e disperazione insieme a qualche lacrima femminile per le possibili conseguenze del bagno proibito senza vestiti. “Siete degli sporcaccioni, solo dei maleducati oserebbero spiare il bagno innocente di noi povere ragazze”. Proprio così, lo facemmo e l’avremmo rifatto senza alcun riguardo e senza pentimenti forse neanche sotto tortura o confessione in chiesa da Don Mura. Accuse e minacce da parte nostra e loro. Il battibecco tra noi e il gentil sesso durò circa mezz’ora, poi una dodicenne toscana molto carina di cui non ricordo il nome (suo padre militare venne trasferito da li a poco) trovò la soluzione: “Voi maschietti non raccontate a nessuno che noi veniamo qui a fare il bagno nude e in cambio quanto volete potete guardarci senza importunarci”. Giusy, una ragazzina della mia età, per scongiurare ricatti da parte nostra aggiunse che anche noi avremmo dovuto fare il bagno nudi davanti a loro. Le nostre ragioni in causa furono perorate con grande argomentazioni da parte di Lariu C. e Bertu “Straddiga”. In conclusione, fu molto imbarazzante, ma nessuno si tirò da parte. Il patto fu sigillato da un bacio in bocca a tutti e a tutte. L’estate trascorse in modo piacevole per tutti noi, nacquero piccoli amori e fino ad ora tutti rispettammo l’accordo giurato di non parlare di quelle cose. Adesso dopo tanti anni e serenamente ho rotto l’accordo, ma è passato tanto tempo e quella fu una infuocata estate foghesina che mi piace ricordare.

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