16 ottobre 2009

14. La morte


La mia collezione di giornalini a fumetti cresceva ogni settimana. C’era sempre qualcosa di nuovo, per la maggior parte erano i classici fumetti western, pieni zeppi di morti ammazzati. La morte era una finzione che scordavo pagina dopo pagina, i buoni non morivano. Non avevo mai visto un morto, ma sapevo bene cosa ciò comportasse. Ho visto e partecipato sin da bambino alla macellazione di animali di allevamento per uso alimentare, in piccole e talvolta in grande quantità, ma un cadavere umano non l’avevo mai visto. La morte a Perdasdefogu coinvolgeva tutti. Vista la piccola dimensione locale, il defunto era sempre persona conosciuta, parente più o meno stretto di qualcuno con cui ero imparentato. Da ragazzino seguivo con attenzione ogni cosa che riguardasse la morte, talvolta gli adulti ne parlavano per allusioni o per metafore. Tutti si dichiaravano affranti, per quanto uno fosse vecchio d’età, veniva pianto e rimpianto come fosse stato un giovine. Le donne piangevano il morto, lodavano il comportamento in vita del defunto, portavano il lutto vestendo di nero per tanto tempo e come tutti partecipavano al funerale. Anche io partecipavo alle funzioni religiose, seguivo la processione religiosa e non mi dispiacevo di visitare le tombe dei defunti. Tutto questo fino a quando non è morto mio nonno Giovanni. Ero appena tredicenne, che morì, io andai per la prima volta in casa sua, lo trovai disteso in una bara dove era stato deposto. Non è così che avrei voluto conoscere mio nonno. Questa esperienza mi ha segnato. In seguito, ho partecipato a tanti funerali, in paese e fuori, ma ancora non mi riesce di andare sereno al funerale di chi ho conosciuto e frequentato in vita. Non ho problemi a rendere visita alla salma o incontrare i familiari per porgere le condoglianze. E’ la partecipazione al rituale del funerale che mi provoca dentro un senso di malessere che non mi abbandona per molto tempo. Non è la morte in se che mi impressioni, è una cosa naturale, a dir poco ovvia, ma la sgradevole sensazione che in quel poco tempo trascorso insieme io sarei potuto essere più disponibile e cordiale. Ancora adesso a Perdasdefogu la gente partecipa numerosa ai riti funerari. I foghesini hanno a cuore il loro morti.

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