14 ottobre 2009

25. Raccontami o Murino



Anni 30/40. Ve la racconto come l’ho sentita raccontare da parte di zio Murino, che l’ha udita in prima persona. E’ una storiella così per dire che vorrebbe in fondo avere una qualche morale… in fondo, molto in fondo!
La piana del Monte Cardiga, da noi conosciuta come “Su pranu” è stata per secoli terra di bestie, uomini e cose. Essa era spesso interessata per le sue caratteristiche da attività pastorali, coltivazioni occasionali e nel margine a sud dalle attività minerarie di “Baccu Loci”. Molta umanità girava in quei paraggi. Si racconta che alcuni pastori, da tempo lontani da casa, intorno al fuoco in una serata di prima estate, avendo provveduto con dovizia agli armenti, si lamentassero tra loro per la scarsità di rapporti con il genere femminile. Mancava loro in modo accentuato il sesso. Non era cosa da poco, ben si sa che gli animali specie nelle campagne si accoppiano seguendo l’istinto naturale. Molti pastori non si facevano problemi, la forzosa castità dava spazio a mille soluzioni, ma di quei tempi la mancanza di donne era una cosa maledettamente seria. Le distanze erano notevoli e i mezzi di trasporto individuali scarsi. Le contadine che andavano da Perdasdefogu alla piana del Cardiga, erano quasi sempre irraggiungibili e altrettanto indisposte a praticare sesso a comando per cui erano un richiamo ma nulla più. Ci voleva un rimedio, urgente e risolutorio. Detto fatto! Gonario G. di Villasalto, ottimo conoscitore di bettole e altro nella città di Casteddu, intese in gran confidenza che due dame in momentanea difficoltà economica erano disponibili a incontrarsi con alcuni giovanotti per discretamente consumare.
Denaro in cambio di sesso, ma per motivi di baratto ci sarebbe stato il pagamento anticipato in natura… ovvero sesso in cambio di prosciutti, formaggi e altre leccornie. A detta di tanti, Gonario si dimostrava burlone e poco affidabile, ma stavolta la cosa era molto seria! Gonario, preparò una lista con oltre dieci pastori partecipanti. A fianco di ogni nome, la prestazione richiesta e dettaglio importante la specifica dei prodotti offerti in quantità e qualità. In quei tempi, prestazioni mercenarie si offrivano nei bordelli cittadini a prezzi più ragionevoli, ma si qui si trattava di nobildonne di alto rango, per cui appariva normale spendere più del triplo delle tariffe ufficiali riconosciute ed applicate per legge nel capoluogo sardo.
Non sembrò cosa facile convincere due “damigelle” della Cagliari bene, il viaggio era lungo da Cagliari al Cardiga, il posto era disagiato e i rischi in quelle terre di confine isolate e mal sicure non mancavano. Però si poteva fare! Massima discrezione, le signorine di nobile famiglia volevano tutelare le proprie virtù e non gradivano di essere viste in faccia e riconosciute, per cui il tutto si doveva fare nel buio più completo senza scambi di convenevoli e per maggior cautela, avrebbero indossato sul capo una federa di cuscino provvista di fori per vedere e fare altro. Le condizioni per quanto strane furono accettate con qualche riserva… L’importante fu che al dunque esse fossero state disponibili e con poche ritrosie! Fare sesso era allettante e ancor più farlo con due “costumate dame aristocratiche” sicuramente esperte nell’amore alla francese. L’importante era mantenere il tutto segreto e gelosamente riservato. La notte prevista arrivò puntuale, come la littorina di Monserrato. Fu troppo presto per Gonario e naturalmente assai tardi per i focosi pastori invasi dai pruriti. Questi i fatti e gli antefatti. Complice il primo notturno fresco agostano, nei pressi di “Sa Ruxi” nell’ovile di Taneddu, arrivarono tre persone a cavallo. Non vi erano luci a parte il chiarore della luna. Nel buio si mossero cautamente la sagoma di un uomo e di due donne che furtivamente si introdussero nella pinnetta grande di pietra e frasche. In attesa all’esterno vi era Gonario e con lui a semicerchio i pastori. Tutti in attesa, secondo il preciso ordine di estrazione fatto qualche giorno prima. Gli ultimi sarebbero stati due servi pastore di un paesino vicino a Loceri. In totale quattordici spazientiti in trepida sosta. Qualcuno fumava, molti erano in silenziosa attesa tenendo stretto l’amato fucile sempre carico, poteva essere quasi una veglia funebre sia pure di tipo particolare. Tutto andava secondo le aspettative. Gonario attese che l’accompagnatore delle donne uscisse dalla pinnetta e diede il via ai primi due pastori. Tutto avvenne in un baleno, proprio quando i pastori si stavano apprestando ad entrare nella rustica pinnetta, si udirono a brevissima distanza alcuni colpi di fucile e grida a squarciagola. “ Sa justizia - is carabineris – tradimentu “ , altri spari. Ci fu un gran trambusto, avvenne il fuggi fuggi, chi aveva conti in sospeso con la legge e anche chi non aveva niente da temere si dileguò nel buio della notte, seguirono altri spari, imprecazioni e poi un silenzio innaturale. Zio Murino, ghignando sotto i baffi aggiunge sarcastico che ovviamente anche le “signorine” e il loro accompagnatore tagliarono la corda. Così fu che “nessuno” venne preso dai Reali Carabinieri. A “Sa Ruxi” rimase solo un incredulo Taneddu con i suoi cani abbaianti e l’agitazione belante delle capre spaventate dai rumori. Non ci fu verso di recuperare le prestazioni amorose non eseguite per causa di forza maggiore, anche se qualcuno si vantò in seguito di aver fatto sesso con “is casteddaias”. Si parlò a lungo con molto sarcasmo della nottata del 24 agosto e come sempre accade qualcuno disse conosceva i nomi delle signorine cagliaritane ma che “forti pressioni dall’alto” imponevano l’omertà. Tutti finirono per sapere qualcosa ma qualcuno seppe di più…quando in una osteria di Villaputzu un minatore con in corpo qualche bicchiere di cannonau si lasciò sfuggire che qualche anno prima aveva partecipato a una “valentia” ai danni alcuni pastori a “Su pranu”. Lui era uno dei due minatori che si erano spacciati per femmine. Non c’era mai stato alcuna retata da parte della Benemerita. Era stata organizzata da alcuni amici una grande farsa. Le smentite giunsero pronte e risolute e col tempo nessuno trovò conveniente rinvangare la messa in scena notturna di quella estate. Nessuno fu rimborsato da Gonario perché all’apparenza lui aveva fatto fino in fondo il suo dovere senza venir meno agli impegni presi. La colpa era di chi aveva debiti con la giustizia. I dubbi su Gonario ed i suoi compari non svanirono mai. Gonario asseriva fermamente che “ un uomo ha le sue regole morali e talvolta rende più dire di aver fatto, che fare veramente”. Zio Murino racconta che ben pochi ammisero di aver pagato in cambio di niente, ciò malgrado molti si sentirono a malincuore gratificati di aver preso parte alla beffarda messinscena sia pure nel ruolo delle vittime. L’onore prima di tutto! Altri tempi.

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